lunedì 28 maggio 2007

Volta la rana, la rana di Volta: c'era una volta un maniFESTo

Volta la rana, la rana di Volta. Uno stupido gioco di parole, per introdurre un argomento che di parole ne richiederebbe tante e nessuna, poiché si parla di fatti e i fatti parlano da se.
Ma facciamo un passo indietro. Un gruppo di anfibi, con gambe, braccia e talvolta persino occhiali, metamorfici e talvolta anche un pò bislacchi, da animali di laboratorio la metamorfosi li ha trasformati invece che in rane, in una figura ancora più ibrida, comunicatori della scienza e scienziati con balzane idee. Nel mentre un risveglio (o una visione? chi mai potrà dire se certe idee nascono nel sonno o nella veglia... come minimo almeno un pò bisogna aver bevuto - e non l'acqua dello stagno, o forse sì... boh, bisognerebbe provare ma lascio fare....): la scienza è un bene comune, ma la scienza è improvvisamente distante da tutti nei suoi processi e nei suoi fini (anche dagli scienziati: biologi che guardano con sospetto i fisici, fisici che guardano con sospetto i biotecnologi, tutti che guardano con molto sospetto i chimici). Ora basta, è il caso di saltare addosso al problema e districarlo. E così si riuniscono, gracchiano un pò, e poi scribacchiano un manifesto che è un punto di inizio (un punto d'inizio alquanto impegnativo). Alcune parole - parole forti - per ritrovarsi e partire con i fatti. Presentato a FEST, ora è un punto d'inizio da cui non si può più prescindere. Forse ho scritto troppe parole.
Essia, qui il manifesto, con le adesioni raccolte finora. A presto con gli aggiornamenti.

MANIFESTO
Siamo un gruppo di ricercatori e comunicatori della scienza che unisce alla pratica quotidiana del proprio lavoro un’attenta riflessione teorica sulle implicazioni economiche e culturali e sulle politiche di gestione dello sviluppo scientifico e tecnologico, nella convinzione che i rapporti tra scienza e società siano oggi un elemento cruciale per interpretare il mondo in cui viviamo. Invochiamo il pieno riconoscimento delle esperienze e delle competenze maturate sul campo nell’ambito della comunicazione della scienza e degli studi sui rapporti fra scienza e società, che riteniamo essere parte integrante e necessaria per la formazione professionale dei comunicatori e dei ricercatori.
Sosteniamo il valore sociale, etico e politico delle pratiche partecipative ai processi decisionali che indirizzano lo sviluppo della scienza e della tecnologia. Siamo convinti che il rapporto tra scienza e società sia fertile solo con l’inclusione di tutti i saperi, siano essi esperti o profani. Per questo riteniamo necessaria la libera circolazione delle conoscenze e la loro riappropriazione da parte di ogni possibile fruitore.
Intendiamo favorire la creazione di un’alleanza, basata sul reciproco riconoscimento, fra scienziati e cittadini, per impedire che le scelte rilevanti sullo sviluppo della scienza e della tecnologia siano lasciate alla sola ragione economica o all’autoreferenzialità della classe politica e accademica. Perché ciò sia possibile, riteniamo necessaria la creazione di iniziative e luoghi dedicati a facilitare il dialogo tra scienziati e cittadini, sostenuti da investimenti pubblici: non si può affidare al solo privato un ruolo fondamentale di garanzia democratica.
Osteggiamo il ricorso sistematico a forme decisionali elitarie o monolitiche che soffocano la partecipazione dei cittadini; la privatizzazione del sapere, che ostacola la produzione di nuove conoscenze e il loro libero accesso; ogni forma di precarietà, che mortifica le professionalità e limita il confronto fra le diverse anime della società che producono, finanziano e comunicano la ricerca scientifica.
Chiediamo dunque che sia riconosciuto e valorizzato il ruolo di quelle nuove figure professionali “anfibie”, provenienti dal mondo della comunicazione e della ricerca, che attraverso il loro operato quotidiano, favorendo l’apertura di nuovi canali di dialogo fra scienza e società, sono chiamate a porre le basi di una cittadinanza scientifica su cui possa sorgere una società della conoscenza che noi vogliamo equa, aperta e democratica.

Hanno aderito ad oggi
Angelo Adamo, Luigi Amodio, Alice Andreoli, Marta Annunziata, Silvana Barbacci, Luca Tancredi Barone, Andrea Bernagozzi, Michela Bertolani, Claudia Bianchi, Giulia Bianconi, Denis Bilotta, Nunzia Bonifati, Massimiliano Borgogna, Luca Borsato, Vojko Bratina, Giancarlo Brunelli, Annalisa Bugini, Andrea Capocci, Mauro Capocci, Luca Caridà, Laura Casiraghi, Yurij Castelfranchi, Paola Catapano, Chiara Ceci, Luciano Celi, Danilo Cinti, Chiara Cipollina, Daniela Cipolloni, Stefania Coluccia, Tullia Costa, Adalberto Costessi, Sabrina Dardano, Cristina D’Addato, Marika De Acetis, Francesco Paolo de Ceglia, Giulia de Martini, Valeria delle Cave, Riccarda d’Onofrio, Alessandro Delfanti, Flora Di Martino, Martha Fabbri, Michele Fabbri, Enrica Favaro, Emiliano Feresin, Elisa Frisaldi, Maria Teresa Gallo, Licia Gambarelli, Daniele Gouthier, Pietro Greco, Elena Guerra, Francesca Iannelli, Elena Joli, Sebastania Lai, Simona Lambertini, Leonardo Lauciello, Lisa Lazzarato, Francesco Lescai, Davide Ludovisi, Simone Maccaferri, Francesca Magni, Andrea Mameli, Manuela Mantelli, Roberto Manzocco, Federica Manzoli, Valeria Mapelli, Raffaella Marconi, Angelo Mastroianni, Beatrice Mautino, Matteo Merzagora, Tiziana Moriconi, Valentina Murelli, Vincenzo Napolano, Nicola Nosengo, Demis Paolucci, Gianfilippo Parenti, Maurizio Pellegrino, Ilenia Picardi, Massimo Pietroni, Rosaria Piga, Nico Pitrelli, Angelo Poma, Matteo Pompili, Ignazio Porceddu, Gianluca Presta, Luca Pretti, Donato Ramani, Simona Regina, Francesca Riccioni, Walter Riva, Doriana Rodino, Francesca Rosati, Andrea Salemme, Stefano Sandrelli, Mauro Scanu, Tommaso Scarpa, Luca Sciortino, Luca Simeone, Angela Simone, Marina Semiglia, Fabrizio Soddu, Davide Staffetta, Giancarlo Sturloni, Antonella Testa, Elisabetta Tola, Andrea Vico, Sabina Viezzoli, Erica Villa, Laura Viviani, Alessandro Zampieri, Silvano Zipoli Caiani

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